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26 novembre 2020

{CCCLIX} Giro di baite e Madonne


Sto camminando i sentieri di ieri, però non sono solo. Il telefono rompe il fruscio dei passi sulle foglie secche, non faccio in tempo a rispondere. Richiamo. Segreteria. Qualche passo ancora, richiamo. Segreteria. Aspettavo quello squillo. Rieccolo; "chiamalo ora, è libero". Ci fermiamo al sole del Burdiga, e finalmente, da una voce senza affanno... "CIAO"; Rispondiamo assieme "CIAO". Continueremo il cammino con la leggerezza nel cuore.


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1) Ronco al Deserto - Definito negli atti catastali del 1723 di proprietà parrocchiale. Nei documenti successivi (1758) fu connotato con diverso toponimo, Roncho detto la Belingera. In seguito si trovano le forme Bilingera/Milingera. In tempi più recenti tale appellativo si attribuiva specificatamente a rustico a due piani qui sito, già proprietà della parrocchia di S. Martino, utilizzato fino agli anni 70 del secolo scorso come ovile, fienile ed essicatoio  di castagne. Dialettalmente si chiama anche Birlinghèra.

2) Madonna dell’Addolorata o delle sette spade.  Restauro esterno 2020. Dialettalmente è conosciuta anche come Madòna del Giuvanin/Cichin

3) Madòna dei Bògia – fonte orale. Identificata con il soprannome attribuito ai contadini che lavoravano quei terreni, è un piccola cappella votiva nei pressi della Madòna dal Mulinètt.

4) Madòna dal Mulinètt. Cappellina ottocentesca raffigurante la Madonna della Guardia, restaurata nel 2002. Si trova all’imbocco della Valmara e la denominazione dialettale è attribuita alla famiglia proprietaria del fondo.


Informazioni tratte dal libro 

“Tavernerio - Toponomastica storica”

di Rita Pellegrini


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