Le Ammoniti erano degli organismi appartenenti al grande gruppo dei Cefalopodi, vissuti nei mari preistorici, in quel lasso di tempo che si sviluppa dal periodo Devoniano (410-355 m.a.) fin alla fine del periodo Cretaceo (144-65 m.a.) dell'era Mesozoica; erano dotati di una conchiglia esterna, la cui forma a spirale la faceva rassomigliare alle corna di un montone. (Nella mitologia greca ornavano la fronte di Giove Ammone, e proprio da questa caratteristica presero il loro nome particolare).
Soprattutto, non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata, stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati, perciò basta continuare a camminare e tutto andrà bene. - Søren Kierkegaard (Lettera a Jette, 1847)
Pagine
28 dicembre 2019
26 ottobre 2019
{CCCXLIII} Passeggiata Voltiana (3)
Ci sono immagini che ci restano nella memoria,
poi improvvisamente con spontaneità le colleghiamo ad una poesia.
STRADA NEL BOSCO
Strada bianca
serpeggiante nel bosco
una galleria verde ti fiancheggia.
Rami teneri mi sfiorano.
Nell’aria immobile
sento vita, intensa e muta.
Archi verdi chiudono la vista.
Chi, cosa di là ?
Verde e silenzio
che si ripete.
Poi una curva:
ed è luce e cielo azzurro.
Respiro, sorrido.
E già rimpiango il silenzio verde che ho lasciato.
RosAngela Clerici Brenna
20 ottobre 2019
{CCCXLII} San Tomaso (2)
Questa volta i mandorli non sono in fiore.
I giochi degli alunni delle scuole elementari di Fecchio non li fanno rimpiangere.
I giochi degli alunni delle scuole elementari di Fecchio non li fanno rimpiangere.
12 settembre 2019
25 agosto 2019
{CCCXL} M.te San Primo (7)
Torneremo bagnati, con ricordi che il sole non ci avrebbe potuto dare!
i Corni di Canzo |
i Corni di Canzo |
il Palanzone |
le Grigne |
Prima della pioggia |
Ubicazione:
Monte San Primo, 22025 Lezzeno CO, Italia
{CCCXXXIX} Libro di vetta... e saluti.
Sul Libro di Vetta del M.te San Primo trovo questa pagina, istintivamente la fotografo.
Solo qualche giorno dopo trovo una riflessione che mi spiega il perché.
Questo è anche il mio grazie!
.
Perché ci si saluta in montagna?
Può essere una domanda posta da chi visita i monti da poco, noi montanari siamo talmente abituati a salutare chi frequenta i sentieri come noi da non farci più caso. E’ un’abitudine, si fa e basta, lo fanno tutti da sempre perché in montagna ci si saluta. Eppure sembra nascondere dei bellissimi significati. E’ innanzitutto un ritorno all'umanità, dopo giornate intere collegati ai social, oppure in mezzo alla gente nelle città, incrociando tante persone senza mai però incontrare nessuno. Un risveglio verso gli altri e “l’altro”, quando siamo troppo concentrati su di noi. E’ una forma d’arte: si condivide qualcosa di bello e puro, si partecipa a un insieme di sensazioni, tutte diverse, ognuno ha le sue, ma tutte forti, intense e uniche. Un’immersione totale nella bellezza fine a sé stessa. E’ un antidoto contro i pregiudizi, in montagna si è tutti uguali. Si potranno avere esperienze e temperamenti diversi, conoscenze e preparazioni differenti, ma di certo non si verrà distinti per colore della pelle, nazionalità ed estrazione sociale. E’ un’espressione nascosta di solidarietà: soffermandosi sui visi dei singoli le fisionomie rimangono impresse, sul volto si riconosce la paura, la sofferenza, il freddo, il caldo. Ci si guarda in faccia sapendo che potresti avere bisogno di quella persona se ti troverai in difficoltà, o che lei potrebbe aver bisogno di te. Ripensando a queste riflessioni, quando ci troveremo in cammino lungo un sentiero di montagna, scopriremo che salutarsi è sacro, e non potremo più fare a meno di dirci “buongiorno” con piacere. (Silvia de Fanti)-Val di Zoldo
19 agosto 2019
{CCCXXXVIII} M.te Crocione
12 agosto 2019
{CCCXXXVII} Bietti - via Guzzi - Bogani
É una "ripetizione" e di questi tempi mi sembra diventata più faticosa!
Nello stesso giorno, dalla pagina facebook "Amici del Rifugio Brioschi", da cui è tratta la foto, apprendo della pericolosità di questo bellissimo fiore incontrato lungo il percorso. Si chiama Aconito Napello se ingerito può portare alla morte, ma anche il semplice contatto è assolutamente da evitare.
Il nome del genere (“Aconitum”) deriva dal greco akòniton (= pianta velenosa). La pianta infatti risulta conosciuta per la sua alta tossicità fin dai tempi dell'antichità omerica. Con questo nome probabilmente veniva indicata una pianta velenosa endemica il cui habitat frequente era tra le rocce ripide di alcune zone della Grecia. Due sono le radici che vengono attribuite al nome: (1) akòne (= pietra) in riferimento al suo habitat; (2) koné (= uccidere), facendo ovviamente riferimento alla sua tossicità. (fonte:Wikipedia)
Il nome del genere (“Aconitum”) deriva dal greco akòniton (= pianta velenosa). La pianta infatti risulta conosciuta per la sua alta tossicità fin dai tempi dell'antichità omerica. Con questo nome probabilmente veniva indicata una pianta velenosa endemica il cui habitat frequente era tra le rocce ripide di alcune zone della Grecia. Due sono le radici che vengono attribuite al nome: (1) akòne (= pietra) in riferimento al suo habitat; (2) koné (= uccidere), facendo ovviamente riferimento alla sua tossicità. (fonte:Wikipedia)
Ubicazione:
Cainallo, 23825 Esino Lario LC, Italia
6 agosto 2019
24 luglio 2019
{CCCXXXV} M.te Pancherot
RIECCOMI.
Una gita dai molteplici significati.
Ritrovare degli amici nell'ambiente dove li ho conosciuti.
Camminarci assieme con la piacevole sensazione di non averli persi.
Arrivare su una vetta, diversa dal M.te Bolettone.
verso la vetta (in lontananza) |
Finestra di Cignana |
Lago di Cignana |
Breithorn, Castore e Polluce (dalla vetta) |
Il Cervino |
Tornando a valle (un B/N per una giornata a colori) |
19 luglio 2019
{CCCXXXIV} Sentiero delle Espressioni
Il Sentiero delle Espressioni, grazie ad un progetto che coniuga foreste, arte e turismo, è nato dalla collaborazione tra ERSAF, Comune di Schignano e gli artisti dell'Associazione la M.A.SCH.E.R.A, noti per le tradizionali maschere carnevalesche. Gli abili intagliatori del legno hanno dato vita, con sgorbie e scalpelli, a forme d'arte nel bosco: le cortecce e i tronchi degli alberi sono così diventati espressioni di allegria e di sorpresa, simboli di saggezza e di paternità, volti intensi ed emozionanti. II sentiero conduce il visitatore alla scoperta di una scultura dopo l'altra, in un piacevole percorso nella Foresta Regionale Valle Intelvi. (inaugurato nel 2014)
Località POSA |
chiesetta di San Zeno |
Alpe Comana - il Guardiano |
Allegria |
il corso della vita |
che strimizi! |
dal M.te Comana |
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