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25 luglio 2012

{XLII} rif. Prabello - Sasso Gordona

Spesso mi capita di andare in montagna con "i nonni", oggi ci sono andato con i loro nipoti. Siamo saliti al rif. Prabello e poi proseguendo su un impegnativo sentiero raggiungiamo la cima, anzi la vetta, del Sasso Gordona. Panorama a 360° per gli occhi di vecchi e giovani "alpinisti".







24 luglio 2012

{XLI} Castello dell'Innominato

Il castello dell'Innominato, lo ammiro dal basso, così arroccato, quasi austero e protettore di chissà quali misteri. Mi sembra che da lassù tutto debba essere bello, e invece una volta lì, guardandomi intorno perdo l'emozione che provavo all'idea di raggiungerlo. È un desolante vuoto quello che riempie mura di tanta storia. Il sottostante paesaggio ed il frinire di grilli e cicale non bastano a realizzare quella magia desiderata da lontano. C'è qualcosa di simile alla vita in ciò...l'immaginazione è sempre diversa dalla realtà.









17 luglio 2012

{XL} Lago Mognola

Andiamo in montagna, ma non solo. Oltre a quello creato dalla natura, apprezziamo ciò che l'uomo ha costruito in tempi di economia silvo-pastorale, e che l'uomo moderno ha in parte tenuto in attività. Il lago Mognola si rivela a noi annunciato da un torrente che scendendo a valle lo abbandona. L'acquedotto di Canáa, a cielo aperto, ci accompagna per un buon tratto portando l'acqua alle malghe sottostanti. É un'opera realizzata nel 1866. La nostra giornata finisce a Mogno guardando una chiesa disegnata con il solo compasso, e costruita con le pietre e i marmi della Vallemaggia.









7 luglio 2012

{XXXIX} Capanna Mara

Nell'Aprile del 1926 Antonio Gramsci (1891-1937) è alla Capanna Mara per la riunione del comitato centrale clandestino del Partito Comunista. Accompagnate dalle musiche di un organetto diatonico, alcune letture ne ricordano la figura. Al buio sulla strada del ritorno vedo delle dimenticate lucciole...



Gramsci è uno del sud. Viene dall'arretrata periferia italiana, da una Sardegna ancora semi coloniale, in condizioni di estrema oppressione. In uno dei Quaderni parla della propria esperienza come quella di un «triplice o quadruplice provinciale»

«Chi parla solo il dialetto o comprende la lingua nazionale in gradi diversi, partecipa necessariamente di un’intuizione del mondo più o meno ristretta e provinciale, fossilizzata, anacronistica in confronto delle grandi correnti di pensiero che dominano la storia mondiale. I suoi interessi saranno ristretti, più o meno corporativi o economistici, non universali»... «Se non sempre è possibile imparare più lingue straniere per mettersi a contatto con vite culturali diverse, occorre almeno imparare bene la lingua nazionale. Una grande cultura può tradursi nella lingua di un’altra grande cultura, cioè una grande lingua nazionale, storicamente ricca e complessa, può tradurre qualsiasi altra grande cultura, cioè essere un’espressione mondiale. Un dialetto non può fare la stessa cosa» [quaderno 11, § 12, 1377].


4 luglio 2012

{XXXVIII} Wasserweg

É la domenica del GRANDE CALDO, quella di "Caronte", e allora andiamo alla ricerca del fresco. Si sceglie questo "giroingiro" tra ruscelli che formano laghetti. Qualche passo, ed incrociamo lo sguardo di un curioso e furbo scoiattolo che ci dà il buongiorno. Abbandoniamo fastidiosi impianti di risalita per addentrarci in un mutevole e riposante paesaggio arricchito dalla fioritura estiva. Poca gente in cammino, tranquillità in formato svizzero. Prima di tornare al caldo, un gelato.